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Tema natale e parto programmato

Hai Spesso si rivolgono a me mamme che mi chiedono di leggere il tema natale dei propri figli, soprattutto se piccoli o adolescenti e ogni tanto, quando chiedo i dati di nascita, mi rispondono “Però ho fatto il cesareo/parto indotto… Non so se conta”.

Il dubbio è lecito e anche io mi sono fatta delle domande in proposito, avendo due bambini nati entrambi con cesareo.

Come influisce sul Tema Natale il fatto di essere nati con un parto programmato, che sia indotto o cesareo?

Il tema natale è la fotografia, il fermo immagine, del cielo al momento della nascita: quando nasci è come se quei transiti del momento si cristallizzassero dandoti forma ed energia.

Le infinite potenzialità della tua anima entrano in un corpo e iniziano a formare una personalità, insieme all’ambiente che ti circonda e che ti accompagnerà nei primi anni di vita. Il tema natale descrive la personalità, certo, ma in quel grafico è racchiuso molto di più: c’è la storia dell’Anima che si è incarnata, ci sono tracce delle sue vite precedenti e ci sono moltissime informazioni su cosa sei venuta a fare, a imparare, a risolvere.

Non è mai un caso il momento della nascita: che sia un parto programmato o naturale, che sia prima o dopo il termine, che sia in una città o in un’altra, tutto accade esattamente dove e quando deve accadere perché l’Anima abbia esattamente quel tema natale.

“Ma il mio cesareo l’ha fissato la mia ginecologa in base alla sua agenda!”.

Certo. E la sua agenda da cosa è stata determinata? E il fatto che tu abbia scelto proprio quel medico?

Il mio punto è che abbiamo la presunzione, come esseri umani, di avere molto più controllo sugli eventi della nostra vita di quanto non ne abbiamo in effetti.

Hai davvero il controllo della tua vita?

Perché fai il lavoro che fai? Davvero l’hai scelto tu? O ti sei semplicemente adeguata ad alcune circostanze e te le sei fatte andare bene?

Come mai abiti proprio in quella casa?

Perché sei sposata proprio con tuo marito e frequenti proprio quegli amici?

Se dedichi un attimo di tempo a riflettere sulle circostanze che ti hanno portato alla situazione in cui ti trovi oggi, vedrai che hanno molto poco a che vedere con il tuo reale “controllo”.

Questo almeno è vero fino a quando non prendi davvero consapevolezza di te e delle tue circostanze, e allora puoi iniziare a decidere davvero ciò che vuoi o non vuoi nella tua vita.

Puoi fare del lavoro su te stessa, e non farti più guidare dal karma o dal destino e smettere di reagire alle circostanze attraverso le tue ferite: quello è il momento in cui davvero prendi il controllo della tua vita.

Chiara

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Saturno e il Karma personale

Saturno, anche noto come il Signore del Karma, è uno dei Pianeti più temuti da chi si avvicina alla conoscenza dell’Astrologia.

In particolare, quando Saturno è in aspetto ai nodi lunari, nel tema di nascita, indica sempre un percorso karmico segnato dal dolore, dalla sofferenza, dalla durezza, dalla solitudine.
Una persona a me molto cara, ad esempio, ha Saturno in settima casa, governatore del suo nodo sud in quadratura a Venere in quarta casa: nelle sue regressioni ha sempre ricordato vite passate trascorse in solitudine, nel dolore della lontananza dell’amato.

Le ferite karmiche che Saturno descrive

A seconda degli aspetti e della posizione nel tema natale può segnalare una profonda ferita dell’abbandono, o del rifiuto.

I suoi transiti possono essere estremamente difficili e penosi, ma possono anche portare alla luce immense consapevolezze e una maggiore maturità. Non solo, i transiti di Saturno in aspetto con i nodi lunari possono anche, finalmente, aiutare lo scioglimento di quel karma che da tante vite ci portiamo dietro.
Attenzione, possono essere transiti molto dolorosi: tanto più provocano sofferenza quanto più non sei pronto a lasciar andare ciò che ti viene chiesto di lasciare.

Ma il dolore sta nella tua resistenza e non nel transito in sé, che può anche essere molto liberatorio.

“Mi sono resa conto che tutto ciò che fino ad oggi ho chiamato amore, in realtà non lo è nemmeno lontanamente” mi ha detto una cliente al termine di un consulto astrologico.
Quanto può essere dolorosa, ma anche liberatoria, questa nuova consapevolezza per chi viene a sciogliere un karma legato alle relazioni?

Saturno distrugge per aiutarti a ricostruire

Saturno ti aiuta a ricostruire su nuove basi, ma prima si accerta che le vecchie fondamenta siano state completamente distrutte. In questo modo la ricostruzione sarà solida, stabile e sana. Saturno ti aiuta a inserire nuove regole, più giuste ed equilibrate.

Per esperienza personale, con un transito di Saturno in trigono a Luna e Venere ho modificato la gestione domestica distribuendo compiti adatti a tutti i componenti della famiglia, sto lavorando in profondità per risanare le mie ferite emotive e sto consolidando la mia nuova identità professionale, composta dalla fusione di due importanti aspetti di me.

Saturno toglie molto, taglia, pota i rami secchi: lo fa anche se tu coltivi ancora l’illusoria speranza che quel ramo sia ancora recuperabile. Toglie le illusioni e illumina ogni cosa con la sua lucidità.

Ma poi sa ricompensare con l’aiuto, con la solidità e con l’arrivo di persone stabili e degne di fiducia. Chi arriva durante un transito di Saturno, viene per restare.

Possiamo odiarlo oppure amarlo ma quello che è certo è che a lui non importa. Fa solo il suo lavoro, e lo fa molto bene.

Chiara

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Il karma dell’abbandono

Anche l’abbandono può essere karmico

Si sente spesso parlare della “Ruota del Karma”, un destino che si ripresenta in modo circolare nella vita, o per meglio dire di vita in vita finché non viene risolto, e a volte questo può riguardare anche la ferita dell’abbandono.

Ma come funziona il ciclo karmico?

Secondo i maestri tibetani, che dedicano la vita da millenni allo studio di queste tematiche, arriviamo in questa vita non per caso e nemmeno esattamente per scelta consapevole, ma perché il nostro karma e la nostra coscienza decidono dove e quando dobbiamo incarnarci.
Nasciamo in una certa famiglia e in un certo luogo perché quelle sono le le persone e le circostanze più adatte per metterci nella condizione di esaurire il karma accumulato ed evolvere.

Cicli che si ripetono

Ti è mai capitato di dire “non sarò mai come mia madre/padre” e poi ritrovarti ad usare le stesse parole, o rimproverare i tuoi figli per le stesse cose? Oppure di renderti conto che attiri sempre lo stesso tipo di persone a livello di relazione?
A me sì.

Addirittura chi vive la ferita dell’abbandono spesso è attivo nell’andare a ricercare anche a distanza di anni proprio quelle stesse persone che l’hanno abbandonato già una volta, per scoprire poi che nulla è cambiato, e rivivere nuovamente quel ciclo di dolore.

Se ti trovi a sciogliere un karma legato all’abbandono, probabilmente l’hai vissuto sotto diverse forme:

  • abbandoni vissuti e ripetuti dalla famiglia di origine in avanti;
  • abbandonare o essere abbandonati nell’ambito delle relazioni sentimentali;
  • falsare tutta la tua concezione di amore: una sensazione di amore legata alla mancanza, all’assenza;
  • pensare “Mi ama, ma non può esserci per me“, declinato in mille forme diverse e in altrettante relazioni.

Il percorso verso la consapevolezza che chi ama c’è, sempre, è lungo e tortuoso, perché lo riconosci a livello razionale ma poi in profondità giustifichi sempre chi non c’è.

Ma la realtà è una: chi non c’è, ha semplicemente altre priorità rispetto a te. Brutale, lo so.

Hai presente? Quell’amore doloroso che ti scava dentro nell’assenza, tenuto vivo da un messaggio saltuario, da un “vorrei, ma purtroppo…”.

Nel processo di guarigione si arriva ad un certo punto finalmente non a capire, ma a “sentire” che quello che per tutta la vita hai chiamato “Amore”, in realtà non l’Amore non c’entra nulla. Ma nemmeno gli somiglia.
E questa è una nuova consapevolezza incredibilmente liberatoria.

Questo è ovviamente solo un piccolo pezzettino del percorso, una piccola nuova consapevolezza che si aggiunge alla comprensione delle dinamiche di abbandono che chi porta dentro questa ferita mette in atto: perché da vittima è un attimo trasformarsi in carnefice, abbandonare qualcuno per la paradossale paura di essere abbandonati, oppure creare tutte le premesse perché quell’abbandono tanto temuto in effetti si concretizzi.

Un passo alla volta si risolve tutto, ma insieme è meglio.

Chiara

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La legge del Karma: causa – effetto e libero arbitrio

Chissà cos’ho combinato, che ora il karma me la fa pagare

Spesso mi capita di sentirmi dire da qualche cliente “Certo che sono talmente sfigata che devo aver ammazzato un mucchio di gente nelle mie vite passate eh!”, sottintendendo che la legge karmica gliela stia, in qualche modo, facendo pagare. Detto che nella legge del karma non c’è mai un giudizio morale, ma semplicemente un fattore di riequilibrio, è vero che puoi aver commesso, in questa o in altre vite, azioni che abbiano arrecato danno a qualcuno, e questo ha generato sicuramente un karma che andrà compensato: ma questa è solamente una delle possibilità.

Il Karma è anche abitudine

Pensa a ciò che ci dice la neuroscienza sul funzionamento del cervello: è ormai noto che tendiamo ad utilizzare sempre gli stessi circuiti neurali per risparmiare fatica ed energia, ed ecco che facciamo sempre la stessa strada per andare al lavoro, vediamo sempre gli stessi programmi in tv, ripetiamo sempre le stesse cose, gli stessi modi di dire, le stesse battute, siamo insomma esseri estremamente abitudinari. Questo ovviamente si ripercuote anche sulle nostre scelte di vita e sulle relazioni: usciamo con le stesse persone, mangiamo le stesse cose, facciamo lo stesso lavoro, ecc.

Senza nemmeno rendercene conto possiamo anche uscire da una relazione sbraitando al mondo che ora sarà tutto diverso, salvo poi innamorarci di una nuova persona che ha esattamente le stesse caratteristiche della precedente.
Anche questo è la legge del Karma.
Il criceto sulla ruota.

Rivivi le stesse cose con sottili cambiamenti che ti permettono di illuderti che sia tutto diverso, mentre in realtà non è cambiato nulla.

E meno ne sei consapevole, meno puoi cambiare le cose. Ecco perché l’Astrologia predittiva è tanto più precisa quanto meno la persona è consapevole della propria vita e delle proprie scelte: se vivi con il pilota automatico sei prevedibile, ripeti sempre gli stessi schemi.

Il libero arbitrio

Ecco dove entra in gioco il libero arbitrio: sei sempre libera di scegliere come vivere quella stessa situazione che continua a ripresentarsi.

La affronterai per la milionesima volta nello stesso modo, oppure questa volta lo farai in modo diverso?

Cosa potresti fare di diverso?

E cosa dovresti fare per rifarla uguale?

Chiara

 

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Le mie “due anime”

Alcune di voi sanno che prima di conoscere e innamorarmi dell’Astrologia e di tutto il vasto mondo della crescita personale sono stata legale d’azienda. Per diversi anni quella è stata la mia unica fonte di reddito, frutto di anni di studio, laurea, laurea magistrale, master, ecc. Pensavo che fosse quella la mia unica strada, e per molto tempo è stato un lavoro che ho amato. Mi mancava però un pezzo importante, e più sentivo quel vuoto, quella pesantezza del fare le stesse cose noiose tutti i giorni, ma soprattutto il percepire che quello che facevo non aveva un reale valore, più quel lavoro mi andava stretto.

Sarebbe facile, molto facile, dare colpe all’esterno sulla fine di quell’esperienza aziendale, ma ho imparato che ciò che ci accade all’esterno è sempre specchio di qualcosa che abbiamo dentro e che spinge per uscire. Fatto sta che al termine della mia professione da legale, fatto salvo per qualche breve consulenza, mi sono completamente dedicata all’astrologia e alla crescita personale, quasi rinnegando quell’esperienza e anzi, giurando che non avrei mai più messo piede in un ufficio legale.

Ultimamente, però, accade che una persona di cui ho grande stima, personale e professionale, mi chieda di tornare presso il suo studio per darle una mano con alcune pratiche: lei mi considera brava, valida e affidabile, e apprezza le mie competenze legali al pari di quelle astrologiche.

Mi è tornato alla mente un incontro che mi piace definire karmico, avvenuto ormai diversi anni fa, nel pieno della mia esperienza aziendale, con un uomo di cui ho completamente rimosso sia il nome che il volto, ma la cui storia mi colpì profondamente.
Uno di quegli incontri estemporanei alla macchinetta del caffè.
Lui era un consulente presso l’ufficio IT, e in quel momento era in azienda per supportare i miei colleghi nell’installazione di una nuova piattaforma gestionale, o qualcosa del genere, e quel giorno mi raccontò che due giorni a settimana si occupava di quello, mentre altri due giorni della sua settimana erano dedicati ad un’altra sua passione: il make-up e l’hair style.
Sì, due giorni a settimana faceva il consulente IT, altri due giorni truccava e pettinava le modelle per le sfilate, shooting, eventi, ecc., il quinto giorno a rotazione in base alle necessità l’una o l’altra cosa.

Io, bloccata in quel momento nella mia professione di legale d’azienda ma già con un evidente senso di soffocamento, lo ascoltavo sognante, chiedendomi se anche per me sarebbe mai stato possibile unire questi due lati di me con una tale serenità ed armonia.
Mi sembrava fantascienza.

Ecco che oggi, a distanza di qualche anno, le mie “due anime”, o meglio, i due aspetti professionali della mia anima, hanno oggi preso la forma di una convivenza abbastanza stretta. Mi sono resa conto che non ha senso negare il mio passato, far finta che la mia formazione giuridica e la mia esperienza lavorativa in quel settore non esistano più. Esistono, e sono sempre parte di me, così come è parte di me quella che adora incontrarvi e conoscervi attraverso i simboli del tema natale e la vostra storia karmica.
Queste due parti di me si integrano, e l’una rende l’altra migliore: sono un miglior legale grazie all’empatia che lo studio dell’anima mi ha donato, e sono una migliore astrologa e soul trainer grazie all’esperienza, molto “terrena” dello studio del diritto e della sua applicazione pratica.

Non mi impongo più di scegliere, oggi quella che qualche anno fa sembrava fantascienza è realtà: metà della mia settimana è dedicata ai corsi e alle consulenze astrologiche e karmiche, l’altra metà è dedicata alle consulenze legali.
Oggi festeggio la mia ritrovata interezza.

La reincarnazione è reale?

Perché hai scelto di reincarnarti?

Lo so, spesso me lo chiedo pure io. Però, al di là delle difficoltà quotidiane che tutti prima o poi affrontiamo, c’è un senso che va oltre.

Tutte le dottrine e le discipline del mondo che accettano la reincarnazione come un fatto (e sono moltissime),  concordano nel dire che l’Anima scelga volta per volta dove, come e quando incarnarsi e anche con quale famiglia, genitori e circostanze.

Addirittura l’Anima sceglie le prove principali a cui sottoporsi e le persone che incontrerà e con cui farà un po’ di strada.

Quindi, perché hai deciso di reincarnarti?

La risposta che vale per tutti è certamente: per fare esperienze per le quali occorre un corpo fisico, che nella dimensione spirituale non c’è.

Apprendere per opposti

Inoltre, l’aver scelto nello specifico questa dimensione e questo pianeta ci dice anche che hai scelto di apprendere per opposti, perché questa è la modalità che si usa da queste parti: sperimenti il dolore per essere consapevole della gioia, provi la solitudine per conoscere la completezza, la malattia ti permette di essere grata per la tua salute, e così via.

Secondo gli esperti di reincarnazione, se sei qui è perché la tua Anima è affamata di esperienze che solo qui si possono fare. Poi ogni Anima ha una propria storia e ognuna avrà scelto esperienze differenti in base a quelle già fatte e al grado di evoluzione, che altro non è che l’esperienza ottenuta in molte, moltissime vite.

Come capire se la reincarnazione è reale?

  • Molte sono le testimonianze raccolte da decine di studiosi in tutto il mondo, a partire dal famoso psichiatra americano Brian Weiss, che grazie ai suoi numerosi libri ha portato a conoscenza di moltissime persone la potenza di quanto può emergere sulle vite passate da una sessione di ipnosi regressiva. Questo strumento permette un’esperienza molto diretta, dal momento che fa emergere direttamente alla tua memoria i ricordi collegati alle tue vite precedenti.
  • La reincarnazione si può comunque indagare anche grazie all’astrologia karmica, dato che il tema natale contiene preziose informazioni sulle vite precedenti e anche sul perché sei nato e quali lezioni devi imparare.
  • I tuoi Registri Akashici, il libro nel quale la tua Anima ha registrato ogni esperienza passata e anche i suoi programmi per questa vita, sono un’altra fonte alla quale puoi porre domande sulle tue vite precedenti.

In ogni caso, sei qui per fare esperienza. Se non sai che strada prendere in questo momento della tua vita, ricorda che la tua Anima conosce la risposta: trova il modo di connetterti con lei, e ascolta quello che ha da dirti. 

 

Chiara

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Karma e Libero Arbitrio

Spesso nella mia pratica di astrologia karmica mi trovo ad affrontare questo argomento: come si conciliano karma e libero arbitrio?

E’ vero che veniamo al mondo con una serie di vincoli legati al nostro passato, il cosiddetto karma, ma questo altro non è che un’abitudine poco funzionale.

Il famigerato, e tanto difficile da superare anche nel mondo del lavoro, “abbiamo sempre fatto così”.

Ecco, il karma è tutto ciò che “hai sempre fatto così”, chissà da quante vite, e ancora ti viene spontaneo fare così, anche se non è più funzionale, anche se ti provoca dolore, anche se ti rendi conto che non è utile.

Ma hai sempre fatto così, e non vedi alternative possibili.

Ecco il libero arbitrio: fare le cose in modo diverso, questa volta. Questo normalmente significa uscire dalla zona di comfort: non l’hai mai fatto prima, ma ciò non significa che sia sbagliato! Anzi, magari funziona meglio, ed è pure meno doloroso: dunque perchè non provare?

Sta tutto lì lo scioglimento del karma: quando ne sei consapevole, quando vedi che in certi ambiti della tua vita riproponi sempre le stesse dinamiche disfunzionali, è il momento di trovare un modo di fare diversamente.

Attenzione, la chiave è sempre l’Amore: non serve deprimersi, non funziona piangersi addosso e affossarsi di critiche per non aver ancora imparato la lezione. Quella lezione è lì per una ragione: la nostra Anima l’ha preparata per noi, perchè è un’esperienza che ci occorre per evolvere. Dobbiamo affrontarla con coraggio, attraversare il dolore a testa alta, e smettere di opporre resistenza.

Continuare a leggere, a studiare, aumentare la nostra conoscenza e la nostra consapevolezza, per riuscire a guardare quel dolore e quella sofferenza da una diversa prospettiva.
Non è facile, ma è il primo passo.

E poi si può sempre chiedere aiuto.

Il cammino di vita

La filosofia orientale ci propone un’immagine molto interessante del nostro percorso di vita, che l’anima attraversa grazie al corpo fisico. 

Noi siamo, dicono, un Calesse: questo mezzo rappresenta il nostro corpo fisico e viaggia su un sentiero che rappresenta la vita: il Cammino di Vita appunto. 

Il sentiero percorso dal Calesse è una strada sterrata, e come ogni strada sterrata che si rispetti presenta buche, irregolarità, sassi, solchi e fossi ai lati. Le buche, le irregolarità e i sassi sono le difficoltà che incontriamo nel corso della vita; i solchi sono gli schemi già esistenti che riceviamo da altre persone e che riproduciamo più o meno coscientemente; i fossi rappresentano le regole, i limiti che non dobbiamo superare se non vogliamo avere un incidente. 

A volte sul sentiero si presentano delle curve, o delle zone di foschia o di temporale: in tutti questi casi la visibilità è limitata. Sono quelle fasi della nostra vita in cui ci sentiamo persi, facciamo fatica a vedere chiaro il percorso davanti a noi. 

Il Calesse è trainato da due cavalli: uno bianco (Yang) a sinistra e uno nero (Yin) a destra. Questi cavalli simboleggiano le emozioni, che sono la vera forza motrice della nostra vita. E’ inoltre dotato di quattro ruote, due anteriori (le braccia) che danno la direzione e due posteriori (le gambe) che portano e trasportano il carico. Questa immagine mi porta immediatamente alla mente l’arcano maggiore del Carro. 

Il Calesse è guidato da un Cocchiere, che rappresenta la mente conscia, e all’interno trasporta un passeggero invisibile: si tratta del nostro Maestro o Guida interiore. A me piace chiamarlo Anima. 

Il nostro Calesse personale avanza dunque sul cammino della vita, guidato in apparenza dal Cocchiere; dico in apparenza perché, in realtà, è il passeggero a indicare, e conoscere, la destinazione. 

Il Cocchiere, la mente conscia, conduce il Calesse. Dalla qualità della sua guida e dal suo modo di indirizzare i cavalli dipenderà la qualità e la comodità del viaggio, che rappresenta nientemeno che la nostra esistenza. Se egli maltratterà i cavalli, le emozioni, sottoponendoli a stress, o trattandoli in modo eccessivamente severo, questi ad un certo punto si innervosiranno o imbizzarriranno e rischieranno di provocare un incidente, proprio come le nostre emozioni a volte ci inducono ad atti pericolosi. 

Se il conducente è invece troppo rilassato, il Calesse entrerà nei solchi (possibile imitazione degli schemi parentali) e noi seguiremo quindi le tracce di altri, correndo il rischio di finire nel fosso, se questo è stato il loro percorso. Se il Cocchiere non è vigile non riuscirà ad evitare le buche o i sassi, e il viaggio sarà molto scomodo e fastidioso per tutti. 

Se il Cocchiere si addormenta o non tiene le redini, saranno i cavalli, quindi le emozioni, a condurre il Calesse. 

Talvolta il Calesse può incorrere in guasti (malattie), o perché un pezzo era poco resistente oppure perché ha dovuto affrontare troppe buche (accumulo di comportamenti e atteggiamenti inadeguati); bisognerà quindi riparare il danno (riposo, cure mediche, ecc.), ma sarà fondamentale riflettere sulla condotta del Cocchiere e comprendere come cambiare quei comportamenti che hanno provocato il guasto, in modo che non si ripresenti. 

Quando il Calesse attraversa zone di scarsa visibilità, può accadere di dover rallentare e avere fiducia nel percorso indicato dal passeggero, il nostro Maestro interiore. Talvolta giungiamo a incroci, bivi: se il sentiero non è munito di segnaletica, non sappiamo quale direzione prendere. Il Cocchiere, la mente, può prendere una direzione a caso, ma il rischio di sbagliare o perdersi è elevato. Quanto più il Cocchiere è sicuro di sé, convinto di sapere tutto, tanto più il rischio sarà grande. Se invece è umile e onesto con sé stesso, chiederà consiglio al passeggero, dato che quest’ultimo sa dove sta andando, conosce la destinazione finale. Potrà quindi indicarla al Cocchiere, che la imboccherà se sarà stato capace di ascoltare la risposta. Infatti, qualche volta il Calesse fa molto rumore, ed è necessario fermarsi per dialogare con il Maestro interiore: sono le pause che ci servono per ritrovare noi stessi, quando ci accade di perderci. 

Trovo questa metafora molto utile e azzeccata per descrivere il Cammino di Vita, ma soprattutto il rapporto tra mente cosciente e Anima: molto spesso, immersi in questo mondo tridimensionale, dimentichiamo di essere esseri spirituali che stanno facendo un’esperienza umana, e ci identifichiamo completamente in ciò che è visibile, dimenticando il passeggero. Ma è lui a conoscere la strada, la direzione, il nostro scopo di vita… E se non seguiamo le sue indicazioni il rischio di girare a vuoto, e vivere una vita priva di significato, è altissimo. 

Il karma nel tema natale

Tutto è karmico nel Tema natale 

Perché sono nato con il Tema natale che ho? C’è una ragione profonda che mi ha portato a venire alla luce proprio in quel momento e in quel luogo? 

Magari abbiamo già vissuto tante altre vite, o forse no: la questione rimarrà sempre, almeno in parte, nel campo della fede. In ogni caso, tutti gli astrologi concordano sul fatto che la personalità e le situazioni del presente sono riflesse nel Tema Natale individuale; inoltre, tutti coloro che accettano l’idea della Reincarnazione concordano sul fatto che la nostra attuale personalità e le nostre presenti circostanze hanno avuto origine in vite precedenti. 

Se accettiamo l’idea dell’Astrologia e quella della Reincarnazione, la logica conseguenza è che il nostro Tema Natale attuale debba riflettere anche dinamiche antecedenti alla vita presente: è con noi fin dalla nascita, dunque qualsiasi cosa l’abbia causato deve essere accaduta prima che noi nascessimo. 

Ogni simbolo del nostro tema natale nasconde quindi una possibile questione karmica, un indizio legato ad una vita passata. Attraverso la sola Astrologia non possiamo conoscere l’intera storia karmica, ma ciò che possiamo ricercare grazie a essa è un insieme di suggerimenti riguardanti le nostre vite passate, unito a, cosa ancora più importante, un insieme di istruzioni su come continuare il viaggio evolutivo oggi nel presente. 

La porta di ingresso verso una lettura della storia karmica nascosta nel Tema natale è rappresentata da due simboli molto particolari, ovvero la Testa e la Coda del Drago, conosciuti anche come Nodi Lunari. 

Testa e Coda del Drago sono sempre opposte tra loro: se la Coda del Drago è in Ariete, la Testa sarà esattamente allo stesso grado ma in Bilancia, se la Coda è in Toro, la Testa sarà in Scorpione, e così via.  

Astronomicamente ogni pianeta, a eccezione del Sole, ha i suoi nodi; perché dunque noi ci focalizziamo su quelli della Luna? Perché la Luna rappresenta la nostra memoria emotiva, l’unica in grado di sopravvivere alla morte fisica. Noi perdiamo la nostra memoria razionale, ma conserviamo nelle nostre successive incarnazioni quella memoria di ciò che abbiamo vissuto a livello emozionale. 

Ma a cosa servono esattamente questi punti astronomici, che possiamo individuare nel tema natale? 

Conoscere meglio il tuo Drago ti può aiutare a meglio comprendere il tuo vissuto irrisolto, e avere utili indicazioni su ciò che è stata la tua esperienza emotiva in una o più vite precedenti. 

Il concetto di base su cui si fonda lo studio della materia è che non dobbiamo farci suggestionare dalla definizione di Karma un po’ troppo occidentalizzata, quella che impone che se in una vita precedente hai fatto del male a qualcuno, allora in qualche modo in questa vita la pagherai. In realtà non è affatto detto che sia così, al contrario il Karma è più simile a una coazione a ripetere: se ad esempio in una delle tue precedenti incarnazioni hai vissuto un amore impossibile, difficile o tormentato, è probabile che ancora oggi tu ti senta particolarmente attratto da questo tipo di dinamica affettiva e che tenda a riproporla e a riviverla. Se sei stato un feroce assassino, ritroverai forse in te degli accessi di ira o di violenza, o di crudeltà che magari faticherai a controllare e a integrare nella tua attuale personalità. E così via. 

Una volta compreso questo concetto fondamentale lo studio del Drago, e in particolare della Coda, diventa estremamente interessante per comprendere meglio quali sono le tue tendenze più innate e spontanee, ma anche quelle che sei chiamato a mettere in discussione e abbandonare in questa vita per poter seguire il tuo personale percorso di crescita e portare la tua anima verso l’evoluzione. 

Grazie al Drago possiamo meglio comprendere le ragioni per cui una persona potrebbe sperimentare un certo insieme di difficoltà esistenziali e questa comprensione ci porta a un elemento fondamentale della pratica astrologica: la compassione 

Riconoscere un trauma risalente a una vita precedente permette di non classificare un Tema natale come “brutto” o “segnato da aspetti negativi”, ma di leggerlo in uno spirito di rispetto empatico, di vera intuizione e, soprattutto, di incoraggiamento. Quel trauma è lì per essere guarito e risolto, e il Tema natale può essere un mezzo importante per compiere questo percorso.