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Karma e Libero Arbitrio

Spesso nella mia pratica di astrologia karmica mi trovo ad affrontare questo argomento: come si conciliano karma e libero arbitrio?

E’ vero che veniamo al mondo con una serie di vincoli legati al nostro passato, il cosiddetto karma, ma questo altro non è che un’abitudine poco funzionale.

Il famigerato, e tanto difficile da superare anche nel mondo del lavoro, “abbiamo sempre fatto così”.

Ecco, il karma è tutto ciò che “hai sempre fatto così”, chissà da quante vite, e ancora ti viene spontaneo fare così, anche se non è più funzionale, anche se ti provoca dolore, anche se ti rendi conto che non è utile.

Ma hai sempre fatto così, e non vedi alternative possibili.

Ecco il libero arbitrio: fare le cose in modo diverso, questa volta. Questo normalmente significa uscire dalla zona di comfort: non l’hai mai fatto prima, ma ciò non significa che sia sbagliato! Anzi, magari funziona meglio, ed è pure meno doloroso: dunque perchè non provare?

Sta tutto lì lo scioglimento del karma: quando ne sei consapevole, quando vedi che in certi ambiti della tua vita riproponi sempre le stesse dinamiche disfunzionali, è il momento di trovare un modo di fare diversamente.

Attenzione, la chiave è sempre l’Amore: non serve deprimersi, non funziona piangersi addosso e affossarsi di critiche per non aver ancora imparato la lezione. Quella lezione è lì per una ragione: la nostra Anima l’ha preparata per noi, perchè è un’esperienza che ci occorre per evolvere. Dobbiamo affrontarla con coraggio, attraversare il dolore a testa alta, e smettere di opporre resistenza.

Continuare a leggere, a studiare, aumentare la nostra conoscenza e la nostra consapevolezza, per riuscire a guardare quel dolore e quella sofferenza da una diversa prospettiva.
Non è facile, ma è il primo passo.

E poi si può sempre chiedere aiuto.

Il cammino di vita

La filosofia orientale ci propone un’immagine molto interessante del nostro percorso di vita, che l’anima attraversa grazie al corpo fisico. 

Noi siamo, dicono, un Calesse: questo mezzo rappresenta il nostro corpo fisico e viaggia su un sentiero che rappresenta la vita: il Cammino di Vita appunto. 

Il sentiero percorso dal Calesse è una strada sterrata, e come ogni strada sterrata che si rispetti presenta buche, irregolarità, sassi, solchi e fossi ai lati. Le buche, le irregolarità e i sassi sono le difficoltà che incontriamo nel corso della vita; i solchi sono gli schemi già esistenti che riceviamo da altre persone e che riproduciamo più o meno coscientemente; i fossi rappresentano le regole, i limiti che non dobbiamo superare se non vogliamo avere un incidente. 

A volte sul sentiero si presentano delle curve, o delle zone di foschia o di temporale: in tutti questi casi la visibilità è limitata. Sono quelle fasi della nostra vita in cui ci sentiamo persi, facciamo fatica a vedere chiaro il percorso davanti a noi. 

Il Calesse è trainato da due cavalli: uno bianco (Yang) a sinistra e uno nero (Yin) a destra. Questi cavalli simboleggiano le emozioni, che sono la vera forza motrice della nostra vita. E’ inoltre dotato di quattro ruote, due anteriori (le braccia) che danno la direzione e due posteriori (le gambe) che portano e trasportano il carico. Questa immagine mi porta immediatamente alla mente l’arcano maggiore del Carro. 

Il Calesse è guidato da un Cocchiere, che rappresenta la mente conscia, e all’interno trasporta un passeggero invisibile: si tratta del nostro Maestro o Guida interiore. A me piace chiamarlo Anima. 

Il nostro Calesse personale avanza dunque sul cammino della vita, guidato in apparenza dal Cocchiere; dico in apparenza perché, in realtà, è il passeggero a indicare, e conoscere, la destinazione. 

Il Cocchiere, la mente conscia, conduce il Calesse. Dalla qualità della sua guida e dal suo modo di indirizzare i cavalli dipenderà la qualità e la comodità del viaggio, che rappresenta nientemeno che la nostra esistenza. Se egli maltratterà i cavalli, le emozioni, sottoponendoli a stress, o trattandoli in modo eccessivamente severo, questi ad un certo punto si innervosiranno o imbizzarriranno e rischieranno di provocare un incidente, proprio come le nostre emozioni a volte ci inducono ad atti pericolosi. 

Se il conducente è invece troppo rilassato, il Calesse entrerà nei solchi (possibile imitazione degli schemi parentali) e noi seguiremo quindi le tracce di altri, correndo il rischio di finire nel fosso, se questo è stato il loro percorso. Se il Cocchiere non è vigile non riuscirà ad evitare le buche o i sassi, e il viaggio sarà molto scomodo e fastidioso per tutti. 

Se il Cocchiere si addormenta o non tiene le redini, saranno i cavalli, quindi le emozioni, a condurre il Calesse. 

Talvolta il Calesse può incorrere in guasti (malattie), o perché un pezzo era poco resistente oppure perché ha dovuto affrontare troppe buche (accumulo di comportamenti e atteggiamenti inadeguati); bisognerà quindi riparare il danno (riposo, cure mediche, ecc.), ma sarà fondamentale riflettere sulla condotta del Cocchiere e comprendere come cambiare quei comportamenti che hanno provocato il guasto, in modo che non si ripresenti. 

Quando il Calesse attraversa zone di scarsa visibilità, può accadere di dover rallentare e avere fiducia nel percorso indicato dal passeggero, il nostro Maestro interiore. Talvolta giungiamo a incroci, bivi: se il sentiero non è munito di segnaletica, non sappiamo quale direzione prendere. Il Cocchiere, la mente, può prendere una direzione a caso, ma il rischio di sbagliare o perdersi è elevato. Quanto più il Cocchiere è sicuro di sé, convinto di sapere tutto, tanto più il rischio sarà grande. Se invece è umile e onesto con sé stesso, chiederà consiglio al passeggero, dato che quest’ultimo sa dove sta andando, conosce la destinazione finale. Potrà quindi indicarla al Cocchiere, che la imboccherà se sarà stato capace di ascoltare la risposta. Infatti, qualche volta il Calesse fa molto rumore, ed è necessario fermarsi per dialogare con il Maestro interiore: sono le pause che ci servono per ritrovare noi stessi, quando ci accade di perderci. 

Trovo questa metafora molto utile e azzeccata per descrivere il Cammino di Vita, ma soprattutto il rapporto tra mente cosciente e Anima: molto spesso, immersi in questo mondo tridimensionale, dimentichiamo di essere esseri spirituali che stanno facendo un’esperienza umana, e ci identifichiamo completamente in ciò che è visibile, dimenticando il passeggero. Ma è lui a conoscere la strada, la direzione, il nostro scopo di vita… E se non seguiamo le sue indicazioni il rischio di girare a vuoto, e vivere una vita priva di significato, è altissimo. 

Il karma nel tema natale

Tutto è karmico nel Tema natale 

Perché sono nato con il Tema natale che ho? C’è una ragione profonda che mi ha portato a venire alla luce proprio in quel momento e in quel luogo? 

Magari abbiamo già vissuto tante altre vite, o forse no: la questione rimarrà sempre, almeno in parte, nel campo della fede. In ogni caso, tutti gli astrologi concordano sul fatto che la personalità e le situazioni del presente sono riflesse nel Tema Natale individuale; inoltre, tutti coloro che accettano l’idea della Reincarnazione concordano sul fatto che la nostra attuale personalità e le nostre presenti circostanze hanno avuto origine in vite precedenti. 

Se accettiamo l’idea dell’Astrologia e quella della Reincarnazione, la logica conseguenza è che il nostro Tema Natale attuale debba riflettere anche dinamiche antecedenti alla vita presente: è con noi fin dalla nascita, dunque qualsiasi cosa l’abbia causato deve essere accaduta prima che noi nascessimo. 

Ogni simbolo del nostro tema natale nasconde quindi una possibile questione karmica, un indizio legato ad una vita passata. Attraverso la sola Astrologia non possiamo conoscere l’intera storia karmica, ma ciò che possiamo ricercare grazie a essa è un insieme di suggerimenti riguardanti le nostre vite passate, unito a, cosa ancora più importante, un insieme di istruzioni su come continuare il viaggio evolutivo oggi nel presente. 

La porta di ingresso verso una lettura della storia karmica nascosta nel Tema natale è rappresentata da due simboli molto particolari, ovvero la Testa e la Coda del Drago, conosciuti anche come Nodi Lunari. 

Testa e Coda del Drago sono sempre opposte tra loro: se la Coda del Drago è in Ariete, la Testa sarà esattamente allo stesso grado ma in Bilancia, se la Coda è in Toro, la Testa sarà in Scorpione, e così via.  

Astronomicamente ogni pianeta, a eccezione del Sole, ha i suoi nodi; perché dunque noi ci focalizziamo su quelli della Luna? Perché la Luna rappresenta la nostra memoria emotiva, l’unica in grado di sopravvivere alla morte fisica. Noi perdiamo la nostra memoria razionale, ma conserviamo nelle nostre successive incarnazioni quella memoria di ciò che abbiamo vissuto a livello emozionale. 

Ma a cosa servono esattamente questi punti astronomici, che possiamo individuare nel tema natale? 

Conoscere meglio il tuo Drago ti può aiutare a meglio comprendere il tuo vissuto irrisolto, e avere utili indicazioni su ciò che è stata la tua esperienza emotiva in una o più vite precedenti. 

Il concetto di base su cui si fonda lo studio della materia è che non dobbiamo farci suggestionare dalla definizione di Karma un po’ troppo occidentalizzata, quella che impone che se in una vita precedente hai fatto del male a qualcuno, allora in qualche modo in questa vita la pagherai. In realtà non è affatto detto che sia così, al contrario il Karma è più simile a una coazione a ripetere: se ad esempio in una delle tue precedenti incarnazioni hai vissuto un amore impossibile, difficile o tormentato, è probabile che ancora oggi tu ti senta particolarmente attratto da questo tipo di dinamica affettiva e che tenda a riproporla e a riviverla. Se sei stato un feroce assassino, ritroverai forse in te degli accessi di ira o di violenza, o di crudeltà che magari faticherai a controllare e a integrare nella tua attuale personalità. E così via. 

Una volta compreso questo concetto fondamentale lo studio del Drago, e in particolare della Coda, diventa estremamente interessante per comprendere meglio quali sono le tue tendenze più innate e spontanee, ma anche quelle che sei chiamato a mettere in discussione e abbandonare in questa vita per poter seguire il tuo personale percorso di crescita e portare la tua anima verso l’evoluzione. 

Grazie al Drago possiamo meglio comprendere le ragioni per cui una persona potrebbe sperimentare un certo insieme di difficoltà esistenziali e questa comprensione ci porta a un elemento fondamentale della pratica astrologica: la compassione 

Riconoscere un trauma risalente a una vita precedente permette di non classificare un Tema natale come “brutto” o “segnato da aspetti negativi”, ma di leggerlo in uno spirito di rispetto empatico, di vera intuizione e, soprattutto, di incoraggiamento. Quel trauma è lì per essere guarito e risolto, e il Tema natale può essere un mezzo importante per compiere questo percorso.