Quando soffri, che sia per un lutto, per una separazione, la fine di un lavoro o qualsiasi altra causa, una cosa che sicuramente acuisce il malessere è il fatto di essere completamente identificata nelle tue emozioni.
Molti anni fa, quando ero solo una ragazzina, dovetti affrontare l’immenso lutto per la morte di mio padre, evento improvviso e assolutamente inaspettato. Di quei giorni porto con me alcuni flash, in particolare del momento in cui appresi la notizia e della cerimonia funebre; in particolare, mentre assistevo al rito, ricordo distintamente di essermi sentita dissociata: il mio corpo piangeva disperato, ma nello stesso tempo una parte di me molto più profonda mi diceva che quel dolore non era necessario, che non c’era da piangere perchè tutto era semplicemente andato come doveva andare.
La me stessa quindicenne pensò di essere impazzita, che quella dissociazione fosse anche normale in un momento di così intenso dolore; oggi, a distanza di più di 25 anni, dopo molti anni di approfonditi studi sull’Anima e sulla reincarnazione inizio a leggere quella sensazione come qualcosa di molto più importante e profondo. Una consapevolezza, o forse addirittura un remoto patto animico che la mia anima mi stava ricordando in quel momento. Dei patti animici mi riprometto di parlare in modo più approfondito nei prossimi giorni, quello che invece mi preme condividere con voi oggi è una riflessione sul dolore, e sul fatto che alcuni momenti della vita sono così densi e difficili da affrontare proprio perchè noi siamo completamente identificati con il nostro dolore.
In alcune situazioni, addirittura, soffriamo semplicemente perchè “si fa così”: tutti ci aspettiamo di soffrire quando il partner ci abbandona, quando un’amicizia finisce o quando perdiamo il lavoro… Dunque perchè le cose dovrebbero andare diversamente? Entriamo in un tunnel di emozioni negative, le persone vicine magari ci guardano con compatimento e noi entriamo nell’identità della persona che soffre.
Ma da dove proviene in realtà quel dolore? Ebbene, il dolore arriva dalla identificazione con le emozioni e dal giudizio.
Pensaci: come ti esprimi quando attraversi un momento doloroso? “Sono triste”, “sono addolorata”, “sono depressa”, oppure “sto attraversando un momento di tristezza”, “vivo un momento di dolore”? Se utilizzi la prima modalità, ecco che sei tutt’uno con le tue emozioni e questo ti rende molto più difficile lasciarle. Le emozioni negative diventano parte di te, ti definiscono. Non solo, crogiolarti nel dolore ti mantiene nell’illusione di avere ancora vicino a te la persona che ti ha lasciato: inconsciamente temi che lasciando andare il dolore perderai anche lui. Tutto questo è illusorio, ma è una trappola difficile da abbandonare.
In secondo luogo il dolore deriva dal giudizio, o meglio, dal fatto che tu reputi ingiusto ciò che ti è accaduto; pensaci, se lo considerassi giusto, non ti farebbe soffrire. Lo accetteresti di buon grado. Semplice.
Quindi, come puoi fare per iniziare da subito a ridurre e lasciar andare il tuo dolore?
Sono solo due passaggi, ma possono davvero fare miracoli nella gestione del dolore: sia fisico che emotivo.
Prova, e fammi sapere come va’.